20 settembre, 2008

Strano, ma vero



Qualche giorno fa sono stato dal dentista che mi ha fatto la pulizia dei denti e me ne ha otturato uno. Ho speso in tutto 3.000 Leke (vedi la fattura "artigianale")che equivalgono a 25 Euro!Spese impensabili in Italia dove solo per farti aprire la bocca te ne chiedono diverse decine. A pensarci bene, pero', anche qui i dentisti non scherzano con le loro parcelle se le rapportiamo al quadagno medio di un operaio.
Infatti, per pagare quanto ha chiesto a me per una ora complessiva di lavoro un operaio avrebbe dovuto dargli la paga di ben tre giornate. Come si vede tutto il mondo e' paese ed anche qui come da noi presumo che i dentisti ogni giorno innalzino un ringraziamento al "dio Carie" che li fa vivere cosi' agiatamente.
La seconda foto documenta la stravaganza di una anziana signora che abita in una vecchia casa e che ha la mania di tappare le proprie finestre, poste a pianterreno, con sassi, tavole e calcinacci vari. Presumo lo faccia per difendersi da eventuali ladri o perche' vuole che nessuno le sbirci in casa. Anche davanti al marciapiede ha accumulato una grande quantita' di sassi di tutti i tipi.
Passeggiare per le antiche strade della citta' riserva sempre qualche sorpresa, ma e' bene non camminare con il naso per aria perche' numerosi tombini senza coperchio stanno in agguato del viandante con la testa nelle nuvole.
E' incredibile la quantita' di queste trappole disseminate un po' dappertutto.
Io sospetto che i coperchi di ghisa vengano rubati (succede anche da noi, ho letto).

09 settembre, 2008

Inventiva


E, straordinario come l'essere umano riesca ad inventarsi nuove attivita' pur di metter qualcosa sotto i denti ogni giorno. Straordinario e ammirevole. Basta vedere il signore della foto che raccoglie un po' di tutto che poi vendera' per rimediare qualche soldino. In citta' si notano molte attivita' simili: C'e' chi rovista nei bidoni delle immondizie, chi percorre chilometri per vendere qualche indumento, altri che stendono misere stoffe sul marciapiede sperando di venderne qualcuna. Al mattino si vedono motorette stracariche di bottiglie di plastica piene di latte. Le mettono poi in fila per terra sperando di guadagnare qualcosina.
Anche noi comperiamo il latte da un contadino che ogni giorno ci porta sul suo motorino 5 bottiglie da 1,5 litri ciascuna. Ne ha pure altre che portera' ad altri clienti.
Non e' vero che non ci sia voglia di lavorare, il fatto e' che le paghe sono cosi' misere che e' meglio arrangiarsi con questi espedienti. Ci sarebbe da scrivere un capitolo a parte su gli "industrialotti" che impiantano le loro fabbriche all'estero, sfruttano gli operai e operaie del posto dando loro un tozzo di pane e poi vorrebbero anche portare l'aureola del benefattore. Ma quali benefattori...
sfruttatori sono che si arricchiscono sulla pelle della povera gente. Meschini moderni schiavisti .
Io vado sempre da un barbiere molto anziano che lavora ancora tutti i giorni. Ormai e' macilento e lento, ma vado da lui perche' ammiro la sua tenacia nel lavoro. Tutti i giorni apre bottega. Pochini ci vanno perche' il locale e' fatiscente, le attrezzature vecchie e anche poco igieniche, ma lui non se ne sta rincantucciato in casa aspettando la morte, vuole essere attivo e lo e' per quanto glielo permettano i suoi acciacchi. Quando non ci sono clienti chiacchiera con degli amici che vanno a trovarlo, ogni tanto taglia capelli e si accontenta di poco (1,50 Euro) per una tosatura. L'ultima volta che sono stato da lui, pochi giorni fa, ho avuto qualche momento di apprensione quando si avvicinava con il rasoio. Al vederlo cosi' lento, tremolante, ho pregato che non gli sfuggisse la mano...Tutto e' andato a buon fine ed ora per un paio di mesi non ci penso piu'.
A me piacciono le persone attive anche se sono in pensione, le rispetto. E' gente che non si accuccia davanti alla TV attendendo la fine

07 settembre, 2008

Lavori alla c.d.c.


Una cosa che mi fa sommamente innervosire e' quando vedo degli artigiani lavorare alla c.d.c.(e' una parolaccia..). Ieri, per esempio, un muratore-idraulico-imbianchino ha iniziato a sistemare il bagno dove abitano le nostre ragazze. Quando ho visto lo scempio che stava combinando mi sono messo le mani nei capelli. Per rifare una parte dell'impianto idraulico ha dovuto spaccare un bel po' di muro e cio' era certamente necessario, ma TUTTO il materiale (alcuni quintali) era caduto dentro la vasca da bagno. Calcinacci, pezzi di piastrelle, tubi, tutto dentro senza uno straccio di plastica a riparare la vasca. E' ben vero che si tratta di una vasca vecchia, ma santo cielo! non gli sara' nemmeno passato per la testa che forse non era il caso di rovinarla ancora di piu' maltrattandola in quel modo?Stava poi dando una mano di bianco alle pareti (senza coprire niente, naturalmente) e sotto di lui che spennellava c'era una cesta piena di indumenti da lavare. Sai quanto fanno bene le gocce di colore sulla stoffa!
Anche nella casa-famiglia hanno eseguito dei grossi lavori i muratori. Le opere murarie sono diventate bene, ma che sporco, che incuria.Il marciapiede era un macello, calcinacci e malta dappertutto, una piccola tettoia di vetro che ripara l'entrata, anche quella tutta lurida. Le donne hanno provato a pulire, ma il marciapiede non diventera' mai piu' bello come era prima. Le mattonelle sono di quelle che assorbono lo sporco, ci rimarra' sempre sopra un alone antiestetico. Per sistemare la tettoia bisognera' cambiare il vetro.
Ho visto che questo modo di lavorare e' diffuso in questi paraggi. Sembra che non si rendano conto che basterebbero alcuni metri quadrati di plastica per ovviare a queste indecenze.
Oppure se ne fregano, tanto non tocca loro pulire.
Io ho lavorato molti anni come imbianchino e mi ricordo che gia' 50 anni fa il mio capo ci raccomandava:"Quando avete finito di pitturare, la stanza DEVE essere lasciata pulita"
Si copriva tutto, si toglievano gli infissi per non sporcarli, si toglievano pure le plafoniere, gli interruttori e poi tutto si rimetteva a posto. Questa accuratezza in fondo ci prendeva poco tempo, ma il risultato era un lavoro non fatto alla c.d.c.
Vedendo come lavorano, non mi stupisco se lungo le strade si trovano per settimane cumuli di macerie, resti di lavori non finiti, se i tombini rimangono per lungo tempo senza coperchio, se i marciapiedi sono ingombri di bici, moto, sedie, ombrelloni, costringendo i pedoni a slalom pericolosi e percorsi sulla sede stradale.
E' una grande mancanza di rispetto per gli altri.

Saudade

Ieri sera non avevo voglia di andare a dormire cosi' alle 21,30 sono uscito e mi sono recato in centro citta' per svagarmi un po'. A quell'ora a Scutari c'e' poco di che svagarsi, sembra che gran parte della gente si sia gia' rintanata in casa ad abbeverarsi al micidiale strumento "appiattisci cervelli" che e' la TV.
Mi sono seduto ad un tavolino in un bar quasi deserto ed ho ordinato un caffe'.
Sono subito entrato in uno stato di nostalgica beatitudine.
Nel silenzio del bar si udiva solo la musica da me preferita. L'aria era invasa dalle note delle canzoni di Julio Iglesias ed altri cantanti spagnoli. Le note di quelle canzoni mi hanno trasportato nell'America Latina dove ho trascorso anni e dove mi imbevevo di quelle melodie.
Ho rivissuto momenti emozionanti della mia vita laggiu' e sono stato pervaso da una profonda "saudade" di quel periodo argentin-brasiliano.
Specialmente il Brasile mi e' rimasto nel cuore. La melodiosa cantilena del loro portoghese,ben lontana dall'aspro accento di quello parlato in Portogallo, mi risuona ancora negli orecchi.
Mi ricordo che una volta a Foz do Iguazu all'ascoltare quell'ondulato modo di parlare mi sono sentito subito come se fossi a casa mia.
Ho fatto il paragone con questa lingua albanese cosi' ostica per me. Ho trascorso in questa terra circa due anni ed ancora non riesco a memorizzare una frase comune. Eppure io non ho mai avuto difficolta' con le lingue straniere e me la cavo dignitosamente in ben cinque idiomi, ma con l'albanese non c'e' niente da fare. Sara' qualche blocco mentale...
Ritorno alle canzoni. Sono rimasto per piu' di un' ora incollato alla sedia del bar ad ascoltare rapito, immerso in un mondo quasi fatato.Le canticchiavo anche fra me e me.
Infine, quando i camerieri gia' iniziavano a chiudere bottega me ne sono andato di malavoglia portando con me quel sottile male che si chiama "saudade".